Michel Houellebecq è uno di quegli autori che si sente spesso nominare soprattutto tra appassionati di letteratura, ma pare abbia la forza – non scontata – di farsi leggere anche da lettori occasionali. Estensione del dominio della lotta, uscito in Francia nel 1994, è il primo romanzo dello scrittore e viene considerato uno dei libri più importanti degli anni Novanta. Racconta con un punto di vista estremamente nichilista la società contemporanea, in particolare quella francese, simbolo del sistema di valori occidentale. Oggetto della critica è la nostra società, in cui il lavoro e il successo professionale sembrano essere le cose più importanti per l’individuo, unico modo per raggiungere la piena soddisfazione. Secondo Houellebecq, però, le cose non stanno esattamente così.
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Perché ho letto Estensione del dominio della lotta
La mia esperienza con Michel Houellebecq era limitata a Sottomissione, che avevo comprato e letto sulla scia dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo del 2015, e alle Particelle elementari, da più parti considerato il capolavoro dell’autore francese. Entrambi i romanzi, però, non mi avevano convinto: lo stile della narrazione e l’eccessivo spazio riservato all’analisi sociologica non mi avevano soddisfatto a pieno. Nonostante ciò, ho sentito la necessità di dare un’altra possibilità a un autore che potenzialmente avrebbe potuto davvero piacermi.
Con l’uscita di Annientare, nuovo romanzo di Michel Houellebecq, si è ricominciato a parlare molto di lui e visto che da qualche mese avevo recuperato a soli 2 euro una copia usata di Estensione del dominio della lotta (sia lode alle bancarelle dell’usato!) ho deciso di leggerlo.
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Cosa racconta
Estensione del dominio della lotta di Houellebecq è la storia, raccontata in prima persona, di un programmatore informatico trentenne e della sua vita di solitudine, indifferenza e insoddisfazione. Una vita che, secondo il narratore, è così perché il sistema sociale la rende così. Al centro del racconto c’è l’incapacità del singolo di sentirsi parte di una comunità, una solitudine in mezzo a tante solitudini, perennemente insoddisfatto e che non trova un senso nella ripetitiva vita fatta di lavoro e ipocrite convenzioni sociali.
Personaggio emblematico è Tisserand, collega del protagonista/narratore, un uomo di 25 anni che ha successo nel lavoro, ma che non riesce a trovare una donna. Un uomo brutto e incapace di capire le regole del gioco, che medita di andare a prostitute, ma che vuole assolutamente evitare di farlo: “[…] sapendo che molti uomini riescono a ottenere la stessa cosa gratis, e per giunta per amore, preferisco insistere; per ora preferisco ancora insistere”, confessa al protagnista.
Il racconto di Houellebecq ha certamente il merito di parlare di argomenti scottanti e di farlo con un distacco e una lucidità per certi versi inquietante. Ma, nonostante questo gran pregio, credo che il romanzo non sia del tutto riuscito.
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Come è scritto
Sulla quarta di copertina del libro, Estensione del dominio della lotta di Houellebecq viene accostato allo Straniero di Albert Camus. Il romanzo di Camus è un capolavoro, uno di quei libri in cui la scrittura si fonde alla storia che viene raccontata e diventa parte integrante di quello che l’autore voleva rappresentare. Lo stile di Camus ha l’obiettivo di rappresentare le sensazioni di Meursault, il quale si sente straniero rispetto al luogo in cui vive, alla vita e persino a sé stesso.
Lo stile di Houellebecq prova ad andare nella stessa direzione: cioè con una scrittura spartana e poco curata ha la necessità di rappresentare l’indifferenza e l’insoddisfazione di vivere in una società ipocrita e meschina. A differenza di Camus, però, Houellebecq non mi pare riesca a ricreare la stessa amalgama tra stile, storia e significato. Anche perché manca una certa piacevolezza nel susseguirsi degli eventi e nell’accostamento di frammenti narrativi e commenti.
Del resto, ce lo dice chiaramente lo stesso narratore: “Le pagine che seguono costituiscono un romanzo; cioè, chiarisco: una successione di aneddoti di cui io sono il protagonista”. E subito dopo: “Il mio scopo non è incantarvi con sottili notazioni psicologiche. Non ho l’ambizione di strapparvi applausi per la mia finezza e il mio spirito”.
È chiaro, quindi, che è tutto voluto: l’autore vuole rendere insoddisfacente il romanzo con l’obiettivo di trasmettere quella insoddisfazione che è la vera protagonista del libro.
Una citazione di Estensione del dominio della lotta di Michel Houellebecq
Una citazione del romanzo credo sia utile a rendere l’idea di come Houellebecq articoli le analisi e i commenti durante la narrazione. E in più ci fa capire il motivo di un titolo così particolare. Leggiamo:
“In situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Altrettanto, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società.”
Una riflessione diretta e quasi azzardata: il liberalismo economico è come il liberalismo sessuale, colpevoli entrambi di gettare l’uomo in una lotta continua in cui, come sempre, ci sono vincitori e vinti. Ma è proprio su questo azzardo che Houellbecq costruisce tutto il suo racconto. E il suo successo.
Cosa ne penso, in conclusione
Estensione del dominio della lotta di Michel Houellebecq è un romanzo per certi aspetti sorprendente, soprattutto per la durezza con cui vengono messi sul piatto certi temi. Ma allo stesso tempo credo sia un romanzo che non riesce a dare vero piacere al lettore nel momento in cui si tratta di raccontare. Mi sembra che in ogni scena ci sia sempre qualcosa che non rende pienamente soddisfacente la lettura, pur riconoscendo che si tratta di una scelta ben ponderata e assolutamente voluta. D’altronde, anche in questo Houellebecq è un autore provocatorio e controverso.
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