Casi di studenti che fingono di aver dato un esame all’università, o addirittura fanno finta di essersi laureati, e che decidono di togliersi la vita, forse per evitare di vedere la delusione mista al dolore sui volti delle persone a loro care, non sono così rari tra le pagine di cronaca nera.
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Storie del genere, però, non possono essere raccontate in modo sensato in brevi articoli di giornale, che spesso puntano sul titolo ad effetto più che sul capire i reali motivi che hanno portato a gesti così disperati. Ci vorrebbe un libro per poter esplorare i meandri di quelle vite. Un romanzo, forse.
L’Avversario di Carrère: cosa racconta
Emmanuel Carrère, nel suo libro L’Avversario (Adelphi), racconta una storia di menzogne che parte proprio da una bugia riguardante la carriera universitaria: un giovane uomo, iscritto alla facoltà di medicina, Jean-Claude Romand, finge di aver superato un esame. Non ce la fa a raccontare la verità ai propri cari, così va avanti per anni, fino alla laurea. Ovviamente finta. E va ancora avanti, fino a fingersi medico dell’Oms a Ginevra.
Romand non riesce a uscire dal vortice di bugie. Si sposa, ha dei figli. Ma non confessa la menzogna a nessuno, fino a quando – poco prima che il suo castello di carte crolli – non esplode in una fredda e sistematica operazione di morte. Uccide moglie, figli, e genitori, poi tenta di ammazzare l’amante. Alla fine vuole uccidersi dando fuoco alla casa, ma viene salvato dai vigili del fuoco.
La storia che Carrère ricostruisce nel suo libro non è di fantasia: Jean-Claude Romand esiste davvero e ha davvero ucciso i membri della sua famiglia. Nel giugno del 2019 è anche uscito dal carcere, dove ha passato 26 anni della sua vita.
Perché è un libro interessante
La cosa che rende davvero interessante questo libro dal genere letterario così particolare – a metà tra romanzo e ricostruzione giornalistica in prima persona – è la grande attenzione che l’autore mette nel raccontare nel modo meno retorico possibile una storia terribile, dove sarebbe troppo facile prendere posizione bollando come “mostro” il pluriomicida. Dietro la terribile crudeltà di Romand c’è un uomo: bugiardo e assassino, senz’altro, ma con le debolezze di ognuno di noi.
Detto questo, arrivato al termine della lettura, mi pare che con L’Avversario Carrère non sia riuscito a penetrare fino in fondo questa storia maledetta, ma mi ha molto colpito il tentativo e tutto sommato credo valga la pena leggerlo. Soprattutto se si vuole provare a capire cosa ci può essere dietro la furia omicida di un uomo.