Bird Box, i suicidi e la fine di una narrazione

Bird Box
Una scena di “Bird Box” ©Netflix

Il finale di una narrazione non ha l’obbligo di spiegare tutto quello che è stato raccontato sino a quel momento, chiarendo ogni dubbio e svelando ogni non-detto. Anzi, credo che il giusto equilibrio tra questi elementi sia la chiave per un finale di successo e per poter lasciare allo spettatore-lettore quel senso di gratificazione che solo i racconti ben costruiti sanno regalare.

Prima di andare avanti, iscriviti alla newsletter del blog

Bird Box: una apocalisse horror su Netflix

Bird Box, film uscito su Netflix a fine dicembre, riesce a tenere incollati allo schermo giocando tutto sulla suspense e la voglia di capire cosa è successo e cosa succederà. La storia raccontata segue le caratteristiche del genere apocalittico e riesce a inquietare come un film horror. Il mondo si ritrova vittima di una sorta di epidemia che spinge al suicidio chi vede un misterioso vento maligno, arrivato in America dopo aver colpito l’Europa. L’unico modo per scampare alla morte è non guardare, neanche indirettamente, questo misterioso soffio diabolico.

Sandra Bullock avanti e indietro nel tempo

Attraverso un efficace meccanismo narrativo, che alterna il racconto della nascita di questa apocalisse al racconto delle sue conseguenze cinque anni dopo, il film coinvolge e le due ore di durata non risultano troppo stancanti. Lo spettatore vuole continuamente capire cosa è successo dall’inizio dell’epidemia a quando la protagonista, Melior (Sandra Bullock), si ritrova a scappare verso una misteriosa destinazione insieme a due bambini.

Bird Box: conflitti morali e domande irrisolte

Il gioco sui conflitti morali funziona bene e trasmette con forza drammatica un senso di ansia e inquietudine. Le domande sono continue: da cosa nasce tutto questo? Cosa davvero spinge le persone al suicidio? Come si potranno salvare i protagonisti? E come sono arrivati lì dove sono? Alla fine alcune cose saranno chiare. Altre meno. Altre non avranno risposta. Come è giusto che sia, forse, in un racconto che ha il merito, non trascurabile, di incuriosire fino alla fine.

Libri e film: McCarthy e Malerman

Chi ha letto La strada di Cormac McCarthy troverò diverse analogie, ma molta più gratificazione durante la narrazione. Bird Box, del resto, è tratto da un romanzo uscito nel 2014 e pubblicato in Italia l’anno successivo da Piemme con il titolo La morte avrà i tuoi occhi, scritto da Josh Malerman. In occasione dell’uscita del film, la casa editrice ha deciso di ripubblicarlo, con nuovo titolo e copertina, per ovvie ragioni di marketing.

Donato Riello

Autore

Donato Riello

Donato Riello è laureato in filologia moderna presso l'Università "Federico II" di Napoli e insegna lettere nelle scuole superiori. Ha collaborato con vari giornali, tra i quali "Il Mattino". Nella sua città, Caserta, ha fondato un circolo letterario: si chiama "Il ritrovo del lettore".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *