Elena Ferrante, “Storia di chi fugge e di chi resta”: cosa ne penso

Storia di chi fugge e di chi resta

Con la serie tv dedicata alla saga dell’Amica geniale, Elena Ferrante è diventata una delle figure più popolari della letteratura italiana contemporanea, nel nostro Paese e all’estero. Molti danno una connotazione negativa al termine popolare, ma in questo caso credo sia sbagliato intenderlo così. I romanzi della ormai mitica autrice sono delle costruzioni narrative complesse dentro le quali oltre agli intrecci sentimentali delle due amiche protagoniste, Elena Greco e Lila Cerullo, c’è anche una attenta ricostruzione del clima politico-culturale di Napoli e dell’Italia intera.

Prima di andare avanti, iscriviti alla newsletter del blog

In Storia di chi fugge e di chi resta, terzo romanzo della saga, quest’ultimo aspetto è di grande rilevanza e aggiunge spessore alle indiscutibili capacità affabulatorie di Elena Ferrante (dietro la quale dovrebbe celarsi la traduttrice Anita Raja, che non ha mai confermato ufficialmente). In questa recensione provo a spiegare cosa ne penso di Storia di chi fugge e di chi resta e perché lo considero un romanzo che vale la pena leggere.

Indice

Elena Ferrante, Storia di chi fugge e di chi resta

Perché ho letto Storia di chi fugge e di chi resta di Elena Ferrante

La saga dell’Amica geniale ha riscosso un certo successo già molto prima che diventasse una serie televisiva. In particolare, negli Stati Uniti Ferrante è una delle autrici straniere più vendute già dal 2014 e negli anni ha avuto un successo paragonabile, se non superiore, a quello avuto in patria. I quattro libri della serie sono stati pubblicati tra il 2011 e il 2014: praticamente un unico grande romanzo uscito a puntate. Nel 2018 è arrivata la prima stagione della serie televisiva: da quel momento la notorietà della storia di Lenù e Lila ha raggiunto livelli straordinari e i libri di Ferrante sono schizzati in cima alle classifiche di vendita a ogni nuova stagione.

Incuriosito da tale clamore, proprio alla fine del 2018 ho cominciato ad ascoltare l’audiolibro del primo volume, L’amica geniale, letto dall’attrice Anna Bonaiuto. Un romanzo piacevole, che però non mi ha colpito particolarmente. L’anno successivo ho ascoltato anche il secondo, Storia del nuovo cognome, e ho cominciato ad apprezzare la capacità dell’autrice di costruire una storia ampia e complessa, piena di fatti e di riferimenti storico-culturali. All’inizio del 2023 ho continuato l’ascolto della saga rimanendo molto colpito dalla qualità del terzo volume, Storia di chi fugge e di chi resta.  

Storia di chi fugge e di chi resta, audiolibro

Cosa racconta Storia di chi fugge e di chi resta

In Storia di chi fugge e di chi resta Elena Ferrante continua la storia dell’amicizia tra Elena Greco e Lila Cerullo. In questo capitolo, la scrittrice confronta continuamente le storie personali di chi è fuggita da Napoli e dal Rione (Elena) e chi invece è rimasta, nonostante le difficoltà e l’estrema intelligenza (Lila). Su questa dicotomia, tra Napoli e il resto d’Italia, tra lo strato sociale basso e quello alto, gioca tutto il romanzo. Ferrante ci dice che tutto il mondo è paese e ciò che accade a Lila, in fondo, non è molto diverso da ciò che accade ad Elena. Ovviamente le loro storie e i loro caratteri sono assolutamente lontani, quasi antitetici, ma Ferrante sottolinea quanto siano somiglianti realtà all’apparenza così diverse. 

I temi del romanzo, tra sessualità e lotta di classe

Questo è il cuore di Storia di chi fugge e di chi resta, poi attorno ci sono altri mille temi, tutti perfettamente integrati in questa storia ipnotica che racconta l’Italia tra gli anni Sessanta e Settanta. La lotta politica per i diritti dei lavoratori occupa una parte importante del libro e credo sia rappresentata molto bene nella sua complessità: i comunisti che lottano per i diritti dei lavoratori (figli della borghesia istruita) e i lavoratori proletari che si trovano a non volerli aiutare, perché spaventati di perdere quel poco che hanno, preoccupati dalla difficile realtà quotidiana e poco attenti alle questioni “ideologiche”. 

Nel terzo romanzo dell’Amica geniale si parla anche di questione femminile, di quello che oggi chiameremmo gender gap, divario di genere, tra donne e uomini. C’è la violenza, in tutte le sue forme. La critica feroce – ai limiti dell’odio – nei confronti del maschio, colpevole di sottomettere le donne e di considerarle solo un giocattolo sessuale. Proprio il sesso è uno degli argomenti centrali su cui si concentra la storia: se ne parla in tutte le salse, anche nei suoi aspetti più indicibili. E c’è la famiglia, gabbia infernale all’interno della quale si trovano rinchiuse le donne, anche quelle della classe sociale più alta e istruita. 

Insomma, credo che una delle cose che rende Storia di chi fugge e di chi resta un grande romanzo sia proprio questa grande ricchezza di temi che ci racconta con efficacia una parte della storia italiana recente.   

Storia di chi fugge e di chi resta, serie

Come è scritto 

Caratteristica comune a tutti i romanzi della serie L’amica geniale è la voce narrante: la colta Elena Greco. Questo narratore interno riesce però a raccontare con dovizia di particolari anche la storia di Lila, perché le due si scambiano lunghi resoconti di quanto accade nelle loro vite. Una delle cose che più mi piace di questa narrazione è la grande quantità di storie che vengono raccontate, intervallate dalle riflessioni e dai dubbi di Elena. Tantissimi sono i personaggi che tornano continuamente, alcuni molto riusciti, altri meno. In generale, Elena Ferrante ha aggiunto nel suo quadro narrativo tantissimi dettagli che visti nel loro insieme rendono palese la sua maestria.

L’ultima parte del libro, a essere sincero, mi è parsa un po’ sottotono rispetto ai primi tre quarti. Ma in una storia così ampia è fisiologico che ci siano dei cali qualitativi: la cosa importante è che la voglia di continuare la lettura sia sempre presente. E questa non è una qualità da poco. In fondo, tutti e quattro i volumi dell’Amica geniale potrebbero essere benissimo considerati un unico grande romanzo che non ha nulla da invidiare ai romanzi d’appendice ottocenteschi. 

Cosa ne penso, in conclusione

Giunti a questo punto, credo si sia capito che Storia di chi fugge e di chi resta di Elena Ferrante mi è molto piaciuto. Una narrazione che disegna un affresco della storia italiana e racconta Napoli in modo non favolistico, ma crudamente reale (Anna Maria Ortese docet). Un libro che si inserisce in un disegno complessivo più grande, ma che raggiunge una qualità e una piacevolezza narrativa che non si trova nei primi due libri della serie. Un romanzo popolare che vale assolutamente la pena leggere, perché trasmette un piacere che raramente si trova nella narrativa italiana contemporanea.

Donato Riello

Autore

Donato Riello

Donato Riello è laureato in filologia moderna presso l'Università "Federico II" di Napoli e insegna lettere nelle scuole superiori. Ha collaborato con vari giornali, tra i quali "Il Mattino". Nella sua città, Caserta, ha fondato un circolo letterario: si chiama "Il ritrovo del lettore".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *