Un enorme, ennesimo regalo a Salvini, all’estrema destra e a un minuscolo editore che non conosceva nessun. Un favore, come era prevedibile, proveniente da chi (in teoria) vorrebbe contrastarli. È questo, a mio avviso, il risultato della polemica nata sulla partecipazione della casa editrice Altaforte – vicina a Casapound – al Salone del libro di Torino.
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Salone del libro 2019: Cosa è successo?
Questa microscopica casa editrice, assolutamente sconosciuta, è diventata notissima negli ultimi giorni perché ha pubblicato un libro intervista a Matteo Salvini: una sorta di panegirico sul ministro dell’interno, il cui partito – ricordiamolo – ha incassato illecitamente 49 milioni di euro di fondi pubblici.
Cosa c’entra questo con il Salone del libro?
Ecco, questa casa editrice avrà uno stand (a pagamento, come tutti gli altri editori) nello spazio espositivo del Salone. La cosa ha scatenato mille polemiche, anche perché sembrava che dovesse addirittura arrivare Salvini in persona a presentare questo libro. La notizia è stata smentita dal direttore del Salone, Nicola Lagioia, il quale ha precisato che nessun politico parteciperà a incontri pubblici durante la kermesse libraria.
Tra defezioni e boicottaggi
Il problema, però, per molti nemici giurati di Salvini, e del neofascismo di Casapound, è la presenza dello stand della casa editrice Altaforte. Christian Raimo si è dimesso dal suo ruolo di consulente dopo un duro scontro a suon di post su Facebook, il collettivo Wu Ming ha deciso che non parteciperà al Salone e adesso anche lo storico Carlo Ginzburg ha fatto sapere che ha cancellato la presentazione del suo libro in tale contesto, così anche il fumettista Zerocalcare, Salvatore Settis e Tomaso Montanari. A questi si stanno aggiungendo anche blogger e booktuber con un certo seguito, come Ilenia Zodiaco e Miss Fiction, che in un modo o nell’altro invitano al boicottaggio del Salone.
Un bel regalo al destinatario sbagliato
Ecco, tutta questa storia è un regalo a Salvini, ad Altaterra e a Casapound: si sta continuando a parlare di una casa editrice che prima non conosceva nessuno e che adesso tutti ricorderanno; Salvini gongola perché lo si continua ad attaccare su questioni che non hanno molto senso e non gli si dice nulla su questioni ben peggiori (come i 49 milioni), con il risultato che continua a crescere nei sondaggi; Casapound, un partitino che non ha alcun peso politico nel paese e che nelle sue manifestazioni raccoglie al massimo un centinaio di persone, continua ad avere una sovraesposizione mediatica che rischia solo di farlo crescere.
A mio avviso si doveva semplicemente lasciar correre, senza fossilizzarsi in polemiche inutili: anche perché, come ha ricordato Lagioia, questa minuscola casa editrice avrà uno stand di 10 mq su 60.000 mq di spazio espositivo, e non avrà nessun incontro nel programma ufficiale che ne conta 1200.
Adesso capite che regalo è stato fatto con tutta questa polemica?