L’amico ritrovato di Fred Uhlman è un libro bellissimo, uno dei pochi che è di moda far leggere a scuola e che davvero può far avvicinare i ragazzi alla lettura. Troppo spesso, infatti, gli insegnanti di letteratura danno da leggere classici eccessivamente complicati e difficilmente apprezzabili per degli adolescenti.
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Invece L’amico ritrovato è un romanzo molto adatto ai giovani: perché dentro c’è l’esperienza scolastica, l’amicizia oltre le differenze, il rapporto difficile con i genitori. C’è anche molta storia, sia medievale che contemporanea: da Federico Barbarossa alla Germania nazista. E inoltre, non di secondaria importanza, si tratta di un romanzo breve (circa 90 pagine). In questo articolo voglio provare a spiegare perché L’amico ritrovato è un libro da leggere assolutamente.
Perché ho letto L’amico ritrovato di Fred Uhlman
La mia prima lettura de L’amico ritrovato risale all’ultimo anno di superiori. Non era una lettura consigliata dalla prof di lettere, ma ricordo che me ne parlò molto bene un mio amico di Roma. Ci trovavamo in libreria in uno dei miei primi viaggi nella città eterna e quando capitò a portata di mano il piccolo libretto nell’edizione Feltrinelli mi disse che dovevo leggerlo.
Non lo comprai in quell’occasione, ma dopo qualche mese lo recuperai e cominciai a leggerlo. Pagina dopo pagina mi convinceva sempre di più, ma c’era qualcosa che mi sfuggiva. Finché non arrivai all’ultima parola e un brivido percorse la mia spina dorsale. In quel momento capii di aver letto un libro straordinario.
Cosa racconta
L’amico ritrovato racconta la storia dell’amicizia tra Hans e Konradin, due giovani tedeschi. Un giorno di febbraio del 1932 Konradin entra a far parte della classe di Hans, nel liceo più importante di Stoccarda. Tra i due, dopo poco, nasce un forte legame. Hans, però, ha spesso timore di come Konradin possa considerarlo, perché i due giovani fanno parte di classi sociali molto diverse. Hans è figlio della classe media tedesca, Konradin è di famiglia nobile, con origini ben radicate nella storia della Germania.
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Come è scritto
Il libro procede con il racconto delle giornate di scuola, dei viaggi che i due amici fanno insieme, degli inviti a casa e del timore di fare brutta figura con l’altro. Poi arriva il 1933, Hitler vince le elezioni e va al potere. Quasi nessuno può immaginare che di lì a una manciata di anni la Germania sarebbe diventata protagonista di uno degli eventi più terribili della storia dell’umanità. Cambia però anche l’amicizia tra Hans e Konradin, in modo brusco ma quasi fisiologico.
La storia è raccontata in prima persona da Hans. Il punto di vista, quindi, è di chi già sa come le cose andranno a finire ed è chiaro fin dalle prime righe. La capacità narrativa di Fred Uhlman è formidabile. In maniera semplice, ma mai banale, riesce a tratteggiare un affresco sociale e storico di assoluto rilievo.
Il meccanismo narrativo messo in atto, poi, riesce a sorprendere il lettore con uno dei finali più belli che io abbia mai letto. Emozionante come pochi altri e in grado di far riflettere su tutta l’essenza del libro. Eppure Fred Uhlman non era uno scrittore di mestiere: era laureato in legge e faceva il pittore. Solo nel 1971, a settant’anni, pubblica a Londra il libro che lo avrebbe reso celebre, Reunion, che in italiano viene tradotto, nell’edizione Feltrinelli del 1986, come L’amico ritrovato. Insomma, un pittore non ricordato per i suoi quadri, ma per un piccolo e potentissimo libro.
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Una citazione de L’amico ritrovato di Fred Uhlman
Per rendere l’idea della qualità letteraria de L’amico ritrovato credo bastino due citazioni, una brevissima, l’altra più lunga. La prima è l’incipit, la frase iniziale del romanzo:
“Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più”.
Una frase che ci dice moltissimo di quello che poi verrà raccontato nelle successive pagine. Perché capiamo subito che l’amicizia tra Hans e Konradin è qualcosa di davvero forte e ci fa anche intuire l’ossessione che Hans, il narratore, prova per l’amico. Inoltre viene citata anche una data, febbraio 1932, che preannuncia l’arrivo della tempesta hitleriana cominciata nel 1933. Insomma, il romanzo è già tutto in queste poche prime parole.
Un’altra citazione che credo valga la pena leggere, presa sempre dal primo capitolo, riguarda il professore di Hans, Herr Zimmermann, e l’atteggiamento che i ragazzi hanno nei suoi confronti. Una visione per nulla edulcorata e molto dura della realtà scolastica. Eccola:
“Risento ancora la voce stanca e disillusa di Herr Zimmermann che, condannato all’insegnamento a vita, aveva accettato il suo destino con triste rassegnazione. […] Anche se non doveva avere più di cinquant’anni, a noi pareva che ne avesse ottanta. Lo disprezzavamo perché era buono, gentile e aveva addosso l’odore dei poveri. […] Lo trattavamo dall’alto in basso e, a volte, anche con crudeltà, la crudeltà codarda che i ragazzi in buona salute mostrano spesso nei confronti dei deboli, dei vecchi e degli indifesi”.
Cosa ne penso, in conclusione
L’amico ritrovato di Fred Uhlman è uno di quei libri che dopo la prima lettura si stampa in mente e ti accompagna per tutta la vita. Se poi si sceglie di rileggerlo a distanza di anni, ci si rende ancora di più conto di quanto sia un romanzo costruito alla perfezione, in grado di delineare un contesto storico molto particolare e di raccontare i sentimenti che qualunque giovane può riconoscere come propri. La brevità, inoltre, lo rende facilmente apprezzabile anche per un pubblico non abituato alla lettura. E poi il finale regala quella soddisfazione che solo la grande letteratura può offrire.
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UN PICCOLO GIOIELLO,DA NON PERDERE.
UNA CURIOSITA’:FRED UHLMAN ERA ANCHE UNO STRAORDINARIO PITTORE.MOLTI ANNI FA A TIVOLI HO AVUTO MODO DI APPREZZARE UNA MOSTRA DI SUOI ACQUERELLI,DELICATI ED INCANTEVOLI COME IL SUO CAPOLAVORO LETTERARIO.
La cosa davvero paradossale è che alla fine lo ricordiamo per un suo piccolo romanzo e non per le sue opere pittoriche. Bel paradosso.
Grazie per la lettura!
Mi è stato consigliato tantissime volte a scuola e in realtà anche fuori ma purtroppo mi ha fatto l’effetto che mi fanno tutti i libri molto famosi e chiacchierati. Non so perché ma perdo l’interesse quando un libro piace a tutti e viene osannato da tutti come capolavoro. Tuttavia mi sono ripromessa che prima o poi lo leggerò, fosse solo per cultura generale.
Te lo consiglio se non l’hai mai letto, vale davvero la pena. Poi è brevissimo! 🙂