Amélie Nothomb e “Riccardin dal ciuffo”: dalla fiaba al romanzo

Riccardin dal ciuffo e Amelie Nothomb

Riccardin dal ciuffo di Amélie Nothomb è un romanzo breve pubblicato nel 2017 da Voland. La prolifica autrice francese riprende una fiaba del Seicento, scritta da Charles Perrault, e la attualizza ambientandola in un contesto contemporaneo. Non è solo una riscrittura, perché Nothomb ci mette molte altre storie al suo interno, con l’intento di approfondire i personaggi della fiaba originale, dare loro corpo e farli apparire veri. In Italia il libro, al momento dell’uscita, viene accolto tra odio e amore, con recensori durissimi e altri entusiasti. In questo articolo provo a ricostruire la polemica che ha investito Amélie Nothomb e il suo Riccardin dal ciuffo, e provo a spiegare cosa penso personalmente del romanzo.   

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Indice

Amélie Nothomb e Riccardin dal ciuffo: dalla fiaba al romanzo

Perché ho letto Riccardin dal ciuffo

Amélie Nothomb per me è una delle autrici più sorprendenti degli ultimi tempi. Recentemente, ho ascoltato la lettura di due suoi libri: Cosmetica del nemico e Il delitto del conte Neville. Entrambi i romanzi mi hanno conquistato, con un andamento narrativo coinvolgente e un finale sorprendente. Il tutto in volumi di circa 100 pagine. Così, quando mi sono trovato davanti una copia di Riccardin dal ciuffo tra i libri usati a metà prezzo, non ho potuto fare a meno di prenderla, con grande gioia e curiosità.

Cosa racconta Riccardin dal ciuffo

Riccardin dal ciuffo è anche il titolo della fiaba di Charles Perrault (nell’immagine sotto) a cui Amélie Nothomb si è ispirata. Il nucleo narrativo è identico: un ragazzo molto brutto (ma estremamente intelligente) e una ragazza molto bella (ma apparentemente stupida) si innamorano. Nella versione italiana del romanzo di Nothomb i due si chiamano Deodato e Altea. Il primo ha la fissa per gli uccelli e diventa un ornitologo, la seconda sfrutta la sua bellezza e diventa una modella indossatrice di gioielli.

Charles Perrault, Riccardin dal ciuffo

La storia è ricca di eventi che mettono in luce lo spirito fiabesco del romanzo e fanno la gioia del lettore amante delle narrazioni piene di fatti. I temi che emergono sono molti: la falsità delle apparenze, il bullismo che colpisce sia il brutto che la bella, la difficoltà delle relazioni amorose, il difficile rapporto tra genitori e figli. Un romanzo che con ironia mette sul piatto tutti i temi che normalmente si trovano in una storia realistica. 

La stroncatura di Michela Murgia e la difesa di Piero Dorfles

Il libro di Amélie Nothomb viene fortemente criticato al momento dell’uscita, ma anche convintamente elogiato. La stroncatura arriva da parte di Michela Murgia nella trasmissione di Corrado Augias Quante storie su Rai 3. La scrittrice sarda, in sintesi, dice che questo libro è stato scritto solo per motivi di mercato e che Nothomb, pur avendo dimostrato in passato grandi qualità, non è riuscita a dire nulla di nuovo o particolarmente convincente rispetto alla fiaba di Perrault. 

michela murgia, riccardin dal ciuffo

Piero Dorfles risponde alle critiche di Murgia con una recensione pubblicata su L’indice dei libri del mese. Secondo il critico, noto al grande pubblico per la partecipazione a Per un pugno di libri su Rai 3, Amélie Nothomb dice molto più di quel che c’è nella fiaba di Perrault e riesce a dare maggior spessore e complessità a quel materiale narrativo. Inoltre, nel romanzo è presente un’ironia che toglie il dolciastro della fiaba, insieme a una fantasia libera e surreale. 

piero dorfles

Da lettore del romanzo, credo che la critica di Michela Murgia sia fin troppo dura, perché è vero che non tutte le sue parti sono pienamente riuscite, ma di qui a considerarlo un mero prodotto commerciale ce ne passa. Invece, Piero Dorfles ha pienamente ragione nel sottolineare la surreale inventiva dell’autrice francese, che in più parti della narrazione riesce a tenere il lettore incollato alle pagine con grande maestria. Ma allo stesso tempo bisogna pur ammettere che non tutto il romanzo appare qualitativamente omogeneo e proprio l’ultima parte credo sia fin troppo veloce nell’arrivare alla conclusione.

Come è scritto Riccardin dal ciuffo

Riccardin dal ciuffo di Amélie Nothomb è lungo circa 120 pagine e alterna i due punti di vista dei protagonisti. Il narratore è esterno alla storia e la focalizzazione è interna, variando a ogni capitolo: in uno seguiamo il brutto Deodato, in un altro la bella Altea. Questo alternarsi rende il ritmo della narrazione molto piacevole, anche se l’inizio e la fine appaiono abbastanza sottotono. 

Oltre a ispirarsi a una fiaba, Amélie Nothomb prova a scrivere seguendo gli stilemi del genere. Infatti, oltre a eventi paradossali e surreali, utilizza spesso delle ellissi (cioè evita di raccontare alcuni fatti). I dialoghi sono stringati, ma utili a caratterizzare i personaggi, soprattutto quelli principali.

Poi, una delle cose che a un lettore mediamente attento salta subito all’occhio è l’estrema cura nella scelta dei nomi dei personaggi: legati ai fiori e alle piante o utili a costruire giochi di parole (Altea, Rosa, Malvarosa, Gelsomino, Onorato, Deodato). Nella traduzione italiana sono stati fatti degli adattamenti, come spiega la traduttrice Isabella Mattazzi in un interessante articolo su La nota del traduttore. Ciò rende chiara la cura dell’autrice nel costruire una storia che abbia una sua coerenza interna e una stratificazione di significati.

Una citazione

Ci sono molte parti del romanzo in cui si vede l’ironia e l’intelligenza di Nothomb. Ma credo che uno degli episodi più interessanti sia quello che vi propongo qui sotto. Deodato, tra le varie sfortune, ha anche quella di rischiare di diventare gobbo, per questo è costretto a indossare un busto. Ecco cosa succede quando i compagni di scuola lo vengono a sapere. 

“- Caspita Deo, non ti bastava essere il più brutto? Devi per forza essere anche il più ridicolo?
     Due ragazzi lo tennero fermo mentre un terzo gli sollevò la T-shirt per guardare: 
- A che gioco stai giocando, amico? È una camicia di forza?
- In effetti - rispose sobriamente Deodato.
- Perché porti quell’affare?
- La polizia mi ha schedato come soggetto iperaggressivo. È un sistema di sorveglianza collegato a una cellula di sicurezza. In poche parole, se cedo alla mia pulsione di fracassarvi il cranio, i poliziotti arriveranno in un attimo. E forse faranno addirittura in tempo a salvarvi.
      Nel dubbio gli adolescenti preferirono non fargli perdere la pazienza.”

Cosa ne penso, in conclusione

Amélie Nothomb con Riccardin dal ciuffo si conferma un’autrice di assoluto valore. Non mi ha convinto fino in fondo in alcune parti del romanzo, ma nel complesso credo abbia costruito una storia e dei personaggi assolutamente godibili, facendo delle scelte ben ponderate che ne rendono evidenti le qualità letterarie. Non è la storia spiazzante di Cosmetica del nemico e Il delitto del conte Neville, ma credo che per gli estimatori dell’autrice francese Riccardin dal ciuffo sia un libro certamente apprezzabile.

Donato Riello

Autore

Donato Riello

Donato Riello è laureato in filologia moderna presso l'Università "Federico II" di Napoli e insegna lettere nelle scuole superiori. Ha collaborato con vari giornali, tra i quali "Il Mattino". Nella sua città, Caserta, ha fondato un circolo letterario: si chiama "Il ritrovo del lettore".

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